Il baricentro della leadership
Cosa significa saper essere Leader di un team oggi e quali sono le qualità imprescindibili che si devono avere?
Quando si parla di Leader e di caratteristiche fondamentali l’elenco è lungo. Ce ne sono molte, dalle cosiddette competenze “soft” (che per me sono le vere “hard”, come ascolto attivo e comunicazione assertiva) fino a quelle valoriali, legate alle radici della persona e quindi più difficili da costruire in aula. In questo breve articolo voglio soffermarmi su due qualità che considero imprescindibili in un Leader moderno. Quando inizio percorsi formativi sulla capacità di guidare gli altri parto sempre da qui, perché sono aspetti indispensabili e quasi impossibili da ricreare artificialmente.
Cosa intendo? Una competenza come l’ascolto si può apprendere, allenare, far crescere nel tempo proprio perché non tocca direttamente i valori. I valori, invece, sono radici profonde che orientano i comportamenti nella società. Le due caratteristiche che, a mio avviso, dovrebbero appartenere naturalmente a chi aspira a guidare gli altri sono altruismo e umiltà.
Provengo dal sano ambiente del rugby, dove è naturale parlare di sostegno incondizionato: il principio di stare accanto al compagno in ogni caso, anche quando (malauguratamente) ha preso una decisione sbagliata. Nel vivo dell’azione non c’è tempo per giudicare se ciò che è stato fatto sia corretto o meno, l’analisi viene dopo. In quei momenti si sostiene il compagno, pensando a lui e a nient’altro. L’altruismo, nella leadership, è l’ingrediente che ci fa mettere gli altri davanti a noi.
L’umiltà è quel “potere” che ci permette di guardarci dentro, abbassare l’ego, sentirci al livello degli altri e coltivare una propensione al miglioramento continuo. L’umiltà è una delle forze più potenti in una persona perché la proiettano sempre ad una crescita costante, questi soggetti continuano nel tempo a migliorarsi e ad evolversi.
Avere accanto persone così ci porta a guardarle con occhi diversi: occhi di stima. Nel momento caldo si sostiene, a freddo si analizza. L’altruismo mette il noi davanti all’io; l’umiltà mette i fatti davanti all’ego. Solo così la stima diventa fiducia e la fiducia risultati.
Chi vuole guidare deve prima scegliere di servire. La leadership non è un palcoscenico: è un campo di gioco. Lì, altruismo e umiltà non sono “soft”, sono vantaggi competitivi. Perché un team che si sente sostenuto e rispettato corre più veloce, passa meglio la palla e difende insieme. E la stima, quella che conta, nasce quando gli altri vedono in noi due cose semplici e rarissime: mettere gli altri davanti e metterci in discussione.