L’irrealizzabile sogno della perfezione

Può un leader gestire chiunque? Questa domanda mi viene fatta spesso e nasconde molte insidie perché pone dei presupposti che tendono alla perfezione, che nella vita reale non corrispondono ai fatti.

 
 

Andiamo con ordine, il mondo di oggi ha portato alla ribalta dal punto di vista mediatico le storie di grandi Leader del passato, fossero loro imprenditori, allenatori, sportivi o anche soggetti enormi che hanno segnato la storia contemporanea. La narrazione, spesso romanzata, di queste storie ci fa propendere a modelli praticamente inarrivabili. La nostra tendenza umana ad idealizzare concetti o situazioni può complicarci di molto la vita perché difatti stiamo alimentando la nostra frustrazione. Di grande aiuto sono le reali biografie dei soggetti protagonisti, che li descrivono anche da un punto di vista più umano e reale. Un esempio su tutti è Steve Jobs, personaggio che dopo la prematura morte ha visto la propria popolarità e grandezza crescere a dismisura, questo ha portato a “dimenticare” la sua umanità, intesa come normalità, facendolo rapidamente progredire verso un'ufficiosa beatificazione. Il libro scritto da Walter Isaacson racconta di un uomo si geniale ma con enormi difetti relazionali, soprattutto agli albori della sua creatura. Leggere alcuni capitoli del libro rende la sua figura più umana e vicina a noi stessi, che come lui abbiamo difetti.

Ho fatto questa premessa perché il mondo di oggi pieno di esempi di grandi Leader ci fa propendere ad un ideale stile di condurre che tende però ad una perfezione irrealistica. Come uomini è corretto ambire ad un costante miglioramento personale ma dobbiamo anche ammettere che a volte ci sono situazioni che non riusciamo a gestire, come alcune persone.

Uno splendido libro racconta la storia di Bill Campbell, straordinario manager di tantissime aziende multi milionarie (tra cui Apple), e in uno dei suoi capitoli risuona questa frase: “Non tutti sono caochabili”. Quando per la prima volta lessi questa frase provai un vero senso di sollievo, anche lui, un grande Leader ammetteva che ci sono persone che difficilmente seguiranno i nostri dettami. Ma perché? Una buona organizzazione, un sistema di persone in sostanza, è basata su obiettivi e valori condivisi ed è sufficiente che un soggetto non si riconosca in tali valori o nella mission aziendale per portarlo lontano da noi, almeno sotto il concetto di impegno. Esiste un luogo per chiunque si dice, e ci riferiamo al trovare “il proprio posto nel mondo”, ma è giusto comprendere che a volte una persona non è fatta per la nostra squadra e difatti non possiamo gestirla.

Scrivo questo articolo oggi per far riflettere i Leader a non restare intrappolati in teorie da film dove si aspira a diventare soggetti infallibili in grado di gestire tutto e tutti, siamo programmati per fallire ed è questo che ci rende umani e migliorabili.

Gestire le persone rimane uno dei grandi e complessi lavori che la vita ci presenta e dobbiamo essere consapevoli che volte le cose non funzionano, riconoscere i nostri limiti aumenta la nostra grandezza, è nella loro negazione che ci releghiamo alla mediocrità.

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