Autostima, il moltiplicatore di risultati
Che impatto ha l’autostima nelle nostre vite? Spesso questo argomento è lasciato fuori dai contesti aziendali ma è di cruciale importanza per comprendere il potenziale delle persone. Ci ritroviamo ad analizzare performance e obiettivi senza tener conto di questo fattore.
L’autostima non è assolutamente la percezione di cosa pensano gli altri ma di cosa crediamo noi di noi stessi. Lo psicologo Nathaniel Branden (1930-2014) ne fa uno spaccato diviso in sei pilastri da cui è possibile ricavarne un’analisi perfetta. Braden è ritenuto uno dei maggiori esperti a livello mondiale e inviterei tutti a prendere consapevolezza di cosa sia davvero l’autostima e di quanto sia fondamentale nelle nostre vite.
Quando mi trovo ad analizzare i risultati ottenuti da qualcuno parto sempre dal presupposto che l’autostima, che lo vogliamo o meno, è coinvolta in quanto ottenuto. Credere in noi stessi e confidare nelle nostre capacità è una forza che moltiplica i nostri risultati, l’autostima ha un effetto incredibilmente positivo in tutto ciò che facciamo, soprattutto se è a un buon livello perché ci fa percepire sicuri di noi stessi, di quello che facciamo e da qui ne risulta un’attitudine positiva e coinvolgente nelle relazioni con gli altri. Di contro, una bassa autostima ci porta ad avere sfiducia nelle nostre abilità, ci fa dubitare di non essere in grado di ottenere ciò che vogliamo, inficia in modo negativo nel nostro modo di fare le cose e questo risulta evidente agli altri.
Gli esseri umani cercano sicurezza, la ricerchiamo anche negli altri, persone di cui fidarci, e ci fidiamo perché percepiamo nel prossimo persone meritevoli di tale riconoscimento. Ma è in coloro che hanno atteggiamenti incerti e titubanti che non riporremo la fiducia e queste persone sono molto spesso guidate nelle loro vite da una bassa autostima.
Per costruire importanti relazioni con gli altri dobbiamo avere in primis una ottima relazione con noi stessi e tutto questo inizia con l’autostima. Sono i nostri genitori che cominciano a coltivarla e noi con il passare degli anni la facciamo crescere o decrescere in base alla qualità del nostro dialogo interiore e dal modo in cui affrontiamo la vita.
Il mondo aziendale è una dimensione in cui ai piani alti dovremmo trovare persone ampiamente dotate di questo ingrediente ma spesso non è così, e attenzione a non confondere l’autostima con l’arroganza, l’unico modo per distinguerle rapidamente è quello di individuare sempre l’umiltà in una persona, caratteristica praticamente assente nell’arroganza.
Branden ci spiega con i suoi studi come incrementarla e mantenerla nel tempo, credo sia fondamentale per i Leader di oggi e di domani aver chiaro come svilupparla per sé stessi e soprattutto negli altri.