Chi troppo vuole nulla stringe

Sono molti i venditori che con animo competitivo calpestano tutte le basilari regole di una buona relazione, al motto di “il fine giustifica i mezzi” sono disposti a tutto pur di vendere a tutti i costi.

 
 

Comincio questo articolo con un vecchio detto popolare del nostro paese (viene fatto risalire ad una fiaba di Esopo) che si riferisce a coloro che non sanno accontentarsi di ciò che hanno, nel messaggio che vorrei far passare oggi non voglio parlare di accontentarsi ma mi riferisco ad una caratteristica tipica dei venditori che “troppo vogliono” dai propri clienti.

Credo ormai si sia capito il mio punto di vista sulle relazioni commerciali che molto hanno in comune con le relazioni vere e proprie, la differenza sta soprattutto che tra queste persone si instaurano dei rapporti per fini inizialmente economici e professionali ma le regole di base che danno il là a qualcosa di diverso ed autentico sono le stesse che ci sono in una relazione di amicizia o d’amore, vale a dire la fiducia, il rispetto, la comprensione e la vera autentica voglia di volere il meglio per l’altro.

Nella cultura italiana, in generale in quella latina, il venditore purtroppo non gode di grande fama e questo è dovuto proprio per questo aspetto che sto per spiegare e cioè quella mancanza di autenticità relazionale dovuta ad una eccessiva foga del raggiungere un obiettivo. Sono molti i venditori che con animo competitivo calpestano tutte le basilari regole di una buona relazione, al motto di “il fine giustifica i mezzi” sono disposti a tutto pur di vendere a tutti i costi.

Questa loro eccessiva vena commerciale gli fa perdere di vista la cosa più importante e cioè la reale soddisfazione di un bisogno da parte di un cliente, difatti questa relazione diventa nebulosa e la fiducia comincia a scemare. Sto parlando comunque di venditori affabili e capaci ma che sul lungo periodo vengono identificati per quello che sono: dei venditori che vogliono troppo e rischiano di perdere la fiducia dei propri clienti.

Per estremizzare il concetto, questi soggetti vedono il proprio cliente come un bancomat da cui prelevare, incuranti del fatto che le vere vendite, quelle che durano nel tempo e si trasformano in relazioni pluriennali di pura autenticità non hanno come scopo principale la vendita, quella è di per sé una normale conseguenza di un buon ascolto e di una sana comprensione.

I nostri prodotti o servizi, qualsiasi essi siano, devono percorrere il sottile filo della fiducia come degli equilibristi su di un filo per poter arrivare dall’altra parte ma non solo loro i protagonisti, non è il premio che raggiungeremo a fine anno a farci crescere, la vera ricompensa sarà una relazione autentica in più con un nostro cliente.

Vedete i lavori vanno e vengono, i premi in denaro durano come un arcobaleno ma quello che ci resterà davvero nelle nostre vite saranno gli altri, intesi come compagni di viaggio, persone con cui abbiamo costruito qualcosa di diverso e che alla fine si è tramutato in qualcosa di più, di più vero e solido di una pura vendita.

Quando ho chiuso il mio primo grande capitolo della mia vita professionale ho ritrovato tantissime persone con cui avevo lavorato, persone con cui non avevo solo fatto dei meri “affari” ma qualcuno con cui ho condiviso e continuerò a condividere il mio lungo e meraviglioso viaggio.

Coltivate relazioni e non vendite, raccoglierete molto di più, ma come ci insegna l’agricoltura bisogna avere pazienza, dare attenzioni e nutrimento a ciò che deve crescere con il tempo.

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La timidezza nella vendita ha vita breve

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La sostenibilità dell’impegno