Il crollo della fiducia

Inutile dirlo, ma è meglio ricordarlo, la fiducia è quel collante intangibile che lega in modo sano tutte le relazioni umane. È una condizione imprescindibile per far si che un rapporto funzioni, la sua peculiarità è che non ha limiti di settore, nel senso che la sua presenza o assenza condiziona qualsiasi tipo di relazione, dalla sfera affettiva, lavorativa, sportiva o anche solo di amicizia. Chiaramente oggi ne parleremo con un’impronta legata al mondo degli affari e di quanto questo ingrediente magico sia sempre difficile da quantificare oggettivamente.

 
 

Nel business tutto è misurabile, grafici, statistiche, indici e matrici ci aiutano sempre a capire a che punto siamo del nostro percorso ma è doveroso ricordare che praticamente ogni attività aziendale oggigiorno è composta da persone. In un precedente articolo provocavo con una frase dura “se non capisci le persone non capisci il business”, il tutto per far riflettere la centralità dell’essere umano in qualsiasi impresa moderna.

Gli individui per performare adeguatamente devono “funzionare” e per farlo, tra i tanti aspetti su cui dobbiamo lavorare, devono essere coinvolti in una modalità relazionale in cui ci si possa fidare l’uno dell’altro. Ottimo, ma cosa fare quando in noi la fiducia verso un collaboratore crolla? Rispondere a questa domanda non è semplice e ci tengo a sottolineare che una risposta esatta non c’è, in quanto profondamente soggettiva. Magari non vi è mai capitato, magari non vi fidate di nessuno a prescindere (ci sono anche questi leader), ma credo che sia una esperienza abbastanza comune per chi lavora con tante persone, quindi che fare? Innanzitutto credo che una riflessione vada fatta sul ruolo, più in alto è questa figura più sarà complesso tollerare una mancanza di fiducia, affidare mansioni importanti a persone di cui non possiamo confidare potrebbe essere rischioso. Non sempre però abbiamo valide alternative, quindi spesso nascono riflessioni legate alla “convenienza” della relazione.

Un’altra domanda che mi pongo è: può essere recuperata la fiducia? Questo dipende molto dalla misura dell’effetto scatenante, a volte ci sono piccoli segnali in cui comprendiamo, spesso a livello semi inconscio, di non poterci fidare di qualcuno ma poi arriva il grande strappo, un evento che cambia tutto. Anche qui troveremo risposte diverse e tutte molto soggettive.

Il crollo della fiducia dovrebbe sempre portare a delle riflessioni, anche auto analitiche, per valutare il nostro impegno e la nostra coerenza nel rapporto. Personalmente tendo sempre a dare fiducia alle persone, a volte anche in modo esagerato, ma mantengo un controllo sullo stato dell’arte della relazione. Quando inizio a lavorare con persone che conosco poco ribadisco sempre la centralità della fiducia, lo specifico perché è vero che la fiducia è un collante necessario ma è meglio non darlo per scontato.

Per concludere questo articolo, che difatti non ha una fine, vorrei farvi riflettere sul fatto che i team ad altissimo rendimento hanno al loro interno un livello di fiducia incredibile, una quasi totale e cieca fede nel prossimo, questo elemento permette di raggiungere stati emotivi che creano ambienti funzionali a raggiungere obiettivi, ma non solo, anche a reggere gli urti imprevedibili della nostra economia globalizzata.

Qualora fosse possibile, circondatevi sempre di persone di cui possiate fidarvi, il vostro successo dipende anche da quelle persone.

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