La demotivazione nei team
Abbiamo spesso parlato di motivazione, di come poterla sviluppare a livello individuale e di squadra, mi sembra doveroso porre anche l’attenzione sulla sua antagonista “demotivazione” per capire dove si annida e come può svilupparsi.
In un certo senso oggi cercherò di ruotare la medaglia e di far luce su quei comportamenti che possono indicare un basso livello di ingaggio nel raggiungimento di un obiettivo. Oggigiorno il mercato globalizzato ci pone davanti sfide complesse, affrontarle con individui poco motivati potrebbe ulteriormente complicare le cose, ma siamo sempre consapevoli di quanto le persone che lavorano con noi siano davvero al 100% del loro impegno? Può risultare difficile per soggetti che sono poco preparati sull’argomento riconoscere segnali di cedimento nei propri collaboratori.
Daremo delle linee generali per capire quali siano i punti nevralgici su cui può letteralmente morire la motivazione. Abbiamo visto come quest’ultima sia un fuoco alimentato da 2 fonti, quelle interne e personali dell’individuo e quelle esterne, di cui ogni bravo leader deve occuparsi. Ci concentreremo chiaramente sul quelle esterne, che comunque influiscono molto sullo stimolo di quelle interne.
Uno dei primi problemi potrebbe essere quello relativo allo scopo, è chiaro e collegato ai propri obiettivi personali? La proprietà delle mete da raggiungere determina sempre la qualità dello sforzo, riuscire a collegare lo scopo aziendale con quello personale rimane uno dei grandi talenti da apprendere per un leader. E’ facile perdersi nella quotidianità quando i nostri obiettivi non sono davvero nostri.
In seconda battuta troviamo l’autonomia, quanto sono davvero autonomi i nostri collaboratori? Le persone, dopo un tempo debito, vanno rese il più possibili autonome. E’ un falso mito quello che le persone non vogliono prendersi le responsabilità, probabilmente sono cresciute in ambienti duri e coercitivi, dove l’errore era visto come un giudizio insindacabile sulla persona. Gli esseri umani se sollecitati positivamente e con la giusta modalità sviluppano una sana autonomia che si collegherà poi al proprio senso di competenza, motore della propria motivazione personale.
Abbiamo relazioni di qualità con loro? Siamo riusciti a creare un ambiente sano di fiducia dove ci si possa dire tutto? La qualità della relazione con il proprio leader influisce moltissimo sul piano motivazionale.
Siamo riusciti a creare un cammino di crescita? E’ stato condiviso? Le persone vogliono essere inserite in contesti in cui possano svilupparsi e crescere. Vogliono avere chiaro il proprio ruolo, quello degli altri colleghi, in parole povere vogliono essere coinvolti negli sviluppi dell’ambiente di cui fanno parte. Il rovescio di questo aspetto è che se i nostri collaboratori non si sentono coinvolti sviluppano una normale demotivazione e distacco. Coinvolgere è una parola chiave per la motivazione di chiunque.
Apprezzate sempre il lavoro dei vostri collaboratori? Erroneamente si pensa che lo stipendio sia il giusto ricompenso per quanto fatto, sbagliato. Le persone hanno una assoluta necessità di sentirsi apprezzate e importanti nel proprio sistema lavorativo, gli va riconosciuto anche il solo sforzo. Questa pratica deve essere una costante e non va rimandata a pochi momenti l’anno, imparate a ringraziare i vostri collaboratori, l’impegno e la dedizione non sono scontati.
Un ultimo accenno va fatto al lato economico, le persone che lavorano con voi guadagnano quanto meritano? Riconoscere i meriti degli individui anche livello salariale slancia la motivazione delle persone a livelli altissimi, è davvero la ciliegina sulla torta. Di contro, aspettare che siano loro a richiedere un riconoscimento può essere un errore perché non tutti sono propensi a chiedere, molti nel silenzio si spengono e considerano di cambiare occupazione.
Oggi abbiamo dato una rapida panoramica di dove spesso si nascondono le insidie di demotivazione per le nostre organizzazioni, abbiate cure dei vostri collaboratori, senza di loro non sareste dove siete oggi.