Le emozioni nel business

Nello scorso articolo abbiamo parlato di negoziazione e all’interno di questo contesto si è toccato il tasto dolente della gestione delle emozioni, riferite chiaramente ad un concetto di autocontrollo, ma perché è così importante?

 
 

Rispondere a questa domanda può risultare semplice e banale, riuscire poi ad applicarla potrebbe essere una delle cose più complesse, e a volte irraggiungibile, che la vita ci ponga di fronte.

Andiamo con ordine, gestire le proprie emozioni è divenuto cruciale per non permettere loro di fare danni nelle varie relazioni che abbiamo sviluppato nel corso delle nostre vite. Si dice che le emozioni non tengano conto delle conseguenze, è assolutamente vero ed è proprio nel loro livello più alto, inteso come picco emotivo, che siamo totalmente disconnessi con la realtà, in quel momento potremmo dire/fare cose di cui potremmo pentirci in seguito.

In linea generale possiamo affermare che nessuno vuole avere a che fare con persone emotivamente instabili, nessuno vuole avere un capo o un fornitore che perde il controllo e si lascia andare a comportamenti disfunzionali ad una sana relazione. Ecco che come sempre l’essere umano ricerca la stabilità e la sicurezza, rifiuta quindi l’incertezza di soggetti emotivamente non equilibrati. Stiamo trattando un tema ampio e complesso, di non facile comprensione a livello gestionale ma di semplice intendimento proprio perché ognuno di noi rifiuta, laddove si possa, il contatto con tali soggetti.

Non entro troppo nell’infinito dibattito sul numero delle emozioni e sulla loro etichettatura ma dopo le 6 individuate da Eckman, si possono ridurre ulteriormente a 4: paura, rabbia, dolore e gioia. Noterete come le emozioni cosiddette negative siano praticamente il 75%, facile intuire quindi che siamo maggiormente esposti a stati negativi più che a quelli positivi.

Nel mondo aziendale le 2 principali emozioni negative sono la paura e la rabbia, potemmo dire che la più complessa da gestire nelle relazioni, dove spesso fuoriesce “protetta” da ruoli direttivi, è la rabbia. La paura è invece qualcosa di presente in ognuno di noi, ma è nascosta, mina le performance ma non direttamente le relazioni, può farlo indirettamente.

Una doverosa riflessione dobbiamo farla sul fatto che le nostre emozioni sono sviluppate da stimoli interni ed esterni, questi creano in noi una percezione che porta ad un pensiero, da quest’ultimo scaturisce l’emozione. Questo breve percorso dovrebbe farci riflettere su come la suggestione ci fa creare pensieri che influiscono poi nell’emozione, questo itinerario emotivo può creare quindi emozioni negative, ma al contempo positive, dipende dal livello di consapevolezza emotiva che abbiamo sviluppato. Ciò che vediamo, sentiamo e percepiamo ha la capacità di influenzare i nostri pensieri e di conseguenza ciò che proviamo. I padri della psicologia, soprattutto quelli della Gestalt, ci hanno insegnato come ciò che vediamo influenzi la nostra emotività, come ad esempio la vista di un serpente, di conseguenza un'immagine di serenità e di pace potrebbe indurci uno stato correlato. Un orologio regalatoci da nostro nonno, con il suggerimento di strofinarlo ogni qualvolta ci sentissimo sotto stress, può indurre in noi calma. In parole povere l’auto suggestione ha un grande potere su di noi, bisogna comprenderla al meglio per poterla poi mettere in pratica nella nostra quotidianità.

Suggerisco a tutti un approfondimento sul tema delle emozioni, il nostro equilibrio oggi ha una grande impatto nelle nostre attività ed il cosiddetto “sequestro emotivo” non aiuta a sviluppare al meglio le nostre relazioni.

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