Investire su sé stessi

Oggi vorrei invece porre l’attenzione sulla responsabilità del singolo di volersi continuare a migliorare, faccio spesso questa domanda ai miei corsi: se non siete voi ad investire su voi stessi, chi lo farà?

 
 

Proprio questa settimana ho chiuso un percorso formativo con un gruppo di agenti di commercio (anzi direi con un bellissimo gruppo di agenti di commercio) approfondendo il tema della comunicazione moderna in chiave vendita.

A loro forse questo articolo serve poco o rafforza una consapevolezza già ben radicata ma anche in quella sede ho ribadito il concetto di quanto sia importante mantenere e sviluppare una volontà di migliorarsi costantemente. In uno degli articoli precedenti ho parlato di ambienti lavorativi migliori quando strutturati su di una mentalità rivolta alla crescita, in quel caso però ci si riferiva di più alla responsabilità del leader. Oggi vorrei invece porre l’attenzione sulla responsabilità del singolo di volersi continuare a migliorare, faccio spesso questa domanda ai miei corsi: se non siete voi ad investire su voi stessi, chi lo farà? La domanda è chiaramente provocatoria e porta a fare una profonda riflessione sul fatto che se nemmeno noi sviluppiamo una sana voglia di crescita è molto probabile che nessun altro lo faccia. Spesso nei tanti anni da direttore commerciale mi sono sentito dire: “È l’azienda che deve formarmi!”. Si, è vero, ma sono parzialmente d’accordo. A chi ci assume spetta una grande responsabilità della nostra formazione, è chiaramente necessaria per poter iniziare ma poi in una prospettiva di crescita e miglioramento l’azienda non potrà arrivare ovunque e dovrebbe spettare al singolo migliorare alcune aree personali che lui stesso conosce meglio di chiunque altro.

Tante persone mi chiedono che libro possono leggere o che corso possono frequentare, apprezzo molto queste richieste perché sono fatte da persone che non si accontentano di quanto ricevono dalle loro aziende, hanno fame, hanno ambizione, vogliono migliorarsi. Chi riconosce aree di miglioramento e si mette a studiare materie professionali durante il proprio tempo libero è probabilmente in possesso di una qualità che ritengo imprescindibile per crescere: l’umiltà. Senza questo ingrediente fondamentale difficilmente troveremo evoluzione, di contro chi si sente “arrivato” ha davanti a sé il baratro della conoscenza, cioè quel costrutto mentale dove ci sentiamo già in possesso di ogni competenza e questo ci porta inevitabilmente a supporre ogni cosa finendo nel vicolo cieco di chi viene visto come un arrogante.

La bellezza di un “non lo so” o “non lo so fare” è proprio in quella possibilità di poter poi imparare qualcosa di diverso che ci permetta poi di sviluppare sempre qualcosa di nuovo.

Entro proprio ora nel mio secondo anno di studi universitari di Psicologia ed ho 41 anni, non mi vergogno assolutamente di essere uno studente un po’ attempato, anzi, ne vado fiero e tutto ciò che imparo posso utilizzarlo nella mia quotidianità.

Non aspettate quindi il prossimo corso fatto dall’azienda, tuffatevi con curiosità nel mondo della crescita personale, leggete dei libri, guardate video, ascoltate podcast, fate tutto ciò che è possibile per mettere ogni giorno un mattone in più nel muro delle vostre competenze.

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