L’obiettivo non è l’ascolto ma la comprensione

Quando parliamo di comunicazione all’interno di organizzazioni stiamo sostanzialmente dicendo tutto, cioè l’unico modo per poter creare connessioni con gli altri.

 
 

Lo stile comunicativo all’interno di un gruppo ci può far capire molto sulla qualità di quell’ambiente, ed è proprio quella qualità che determina poi il livello di benessere degli individui al suo interno.

Nel panorama aziendale italiano, ma anche internazionale soprattutto nelle culture latine, sono ancora molto presenti stili direttivi, a volte autoritari. Veniamo da un passato dove chi deteneva il potere poteva sostanzialmente permettersi stili quasi marziali, favorendo una tipologia di clima “contratto”, dove la colpa è un male e porta le persone a replicare lo stile ricevuto.

In questi ambienti l’ascolto viene inteso in maniera diversa, non è quello attivo e partecipato ma è quello più radicato nel passato dove “tu mi devi ascoltare”. L’intento della comunicazione non deve essere relegato al mero ascolto di ordini e della loro messa in pratica ma deve avere come obiettivo quello della massima comprensione.

I membri di un gruppo, non devono adottare comportamenti solo perché imposti ma perché compresi. È la comprensione che porta a ad una maggiore consapevolezza, non si dovrebbero solo eseguire gli ordini ma capire le motivazioni che stanno alla base della stessa. Chiaramente sarà uno stile di comunicazione assertivo che porterà a migliori risultati, lasciando da parte l’aggressività che purtroppo spesso permea la cultura aziendale italiana.

Se il nostro scopo è quello di creare ambienti rivolti al raggiungimento di obiettivi dobbiamo ricordare di non impartire ordini ma di comunicare assertivamente al fine che le persone comprendano e vengano comprese a loro volta.

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