La resilienza psicologica nel business

Le competenze che i nostri collaboratori devono sviluppare nel mondo di oggi sono molteplici e vanno da quelle più tecniche legate al profondo conoscimento dei prodotti/servizi offerti, a quelle più ampie legate alla comunicazione e all’interazione con gli altri. Parlo molto con gli imprenditori di questi aspetti e raramente sento parlare di resilienza, in effetti se ne parla un po’ in modo casuale soprattutto quando si entra in momenti più complessi, ma la domanda è: prepariamo i nostri collaboratori ad essere resilienti?

Prima di tutto chiariamo il concetto di resilienza psicologica: è la capacità di resistere allo stress, di superare gli ostacoli e rimanere motivati nel perseguire un obiettivo. Dopo questa breve introduzione mi sorgono delle domande: facciamo domande nei colloqui per capire se le persone che incontriamo posseggono un tale requisito? Quanto è importante avere una simile attitudine? Ma soprattutto, la possiamo allenare?

Parto dal presupposto che uno dei compiti più importanti per un leader sia anche quello di creare team resilienti, è divenuto ormai un nostro dovere far sì che le persone attorno a noi abbiamo una chiara costanza e persistenza nel raggiungere gli obiettivi. La complessità del business moderno è sotto i nostri occhi e creare organizzazioni che abbiamo sviluppato al suo interno una maggiore resilienza psicologica ci può permettere di affrontare sfide maggiori.

Rispondiamo ora alla domanda più complessa: la risposta è si, si può allenare. La psicologia delle abitudini ci insegna che attraverso comportamenti ripetuti e coscienti, meglio se condivisi con un mentore, si possono sviluppare nuove competenze ed abilità. Se ci pensiamo bene è abbastanza logico, altrimenti l’essere umano non potrebbe “apprendere” in generale, ribadisco questo concetto perché spesso (troppo spesso) ci sentiamo dire: “Io sono fatto così, ci ho provato, ma tanto non cambio”, forse si è utilizzato un metodo errato o forse la motivazione non era sufficiente.

La resilienza psicologica basa su questi 3 aspetti: senso di controllo, alta capacità di frustrazione e capacità di ristrutturazione cognitiva. Il senso di controllo deriva dalla sensazione di avere la situazione sotto controllo, per migliorare quest’area dobbiamo avere la capacità di frammentare il più possibile i nostri obiettivi, fino a ridurli anche ad un solo appuntamento. Ad esempio non pensiamo ad un fatturato che dobbiamo raggiungere a fine anno, ma pensiamo a chi dobbiamo incontrare oggi. Sbriciolare in mille target uno di dimensioni più grandi aumenta la nostra capacità di focus e diminuisce lo stress.

La capacità di frustrazione si può migliorare limitando la nostra propensione alla lamentela, anzi dovremmo essere coscienti che ogni difficoltà che incontriamo ci rende soggetti più forti, se colleghiamo la difficoltà alla crescita possiamo sviluppare una maggiore resilienza dinanzi ai problemi ed aumentiamo la nostra capacità di resistere alle frustrazioni.

Ristrutturare cognitivamente ciò che ci succede è fondamentale per ridurre al minimo i nostri pensieri negativi, trasformare ciò che ci accade in una sorta di evento positivo riesce a mantenere alto il nostro impegno e la nostra concentrazione. In sostanza dobbiamo riuscire a trovare una connotazione positiva in ogni cosa che succede.

Per molti queste tre aree sono pura utopia, ma credo fermamente che con un lavoro costante si possa migliorare moltissimo la resilienza. Soprattutto i soggetti che hanno difficoltà a farlo in autonomia necessitano di aiuto esterno e questo deve arrivare dai leader. Strutturare squadre che abbiamo sviluppato l’attitudine a “soffrire” può essere la chiave di volta di molti successi, l’incapacità di sopportare momenti difficili e complessi può anche decretare semplicemente la parola “fine”.

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