L’ego nella leadership

Nello scorso articolo abbiamo introdotto in maniera generalizzata il concetto dell’Ego e del suo funzionamento. Sulla chiusura dell’articolo ho fatto un breve accenno di come possa impattare nei ruoli di Leadership. Dopo qualche richiesta interessata da parte di qualcuno mi sono detto di dare una sottile, ma lucida, lettura del suo funzionamento nei ruoli di direzionali.

 
 

Tutti noi auspichiamo ad avere capi comprensivi, onesti e pronti a farci crescere con loro. La crescita delle persone di una organizzazione è strettamente correlata alla tipologia di leadership che c’è al suo interno e all’ambiente che il Leader ha creato. L’antropologia sociale ci ha insegnato quanto l’ambiente in cui viviamo sia fondamentale nella creazione di comportamenti reiterati, la ripetizione degli stessi crea di fatto la qualità di vita di un gruppo. Questa premessa ci è utile per rispondere ad una domanda: in quale ambiente lavorativo le persone possono crescere?

Al di là della soggettività che può avere la risposta possiamo dire cosa oggettivamente è utile in un ambiente collettivo per una propensione alla crescita personale: ascolto, comprensione, pazienza, altruismo e fiducia. Ho preso queste 5 macro categorie per farvi capire quanto siano fondamentali nel permettere ad un soggetto di progredire nell’apprendimento delle proprie competenze. Dopo averle allineate tutte assieme nelle capacità che dovrebbero possedere i Leader possiamo confermare che tutte vanno contro l’Ego di ogni soggetto.

Cerchiamo ora di capirne i motivi, il nostro Ego ha delle necessità viscerali, sono come dei vuoti da riempire e lo può fare quasi esclusivamente nella socialità della propria esistenza, cioè con gli altri. Dobbiamo sentirci importanti, ascoltati e riconosciuti. Dovremmo prevalere sugli altri per ottenere tutto questo, ed ecco che tutto ciò che è necessario per fare crescere gli altri si scontra con la parte più profonda e incontrollabile di noi.

Per ascoltare gli altri dovremmo silenziare il nostro Ego, cioè avere una propensione all’altro e non a noi stessi.

Per comprendere gli altri dovremmo silenziare il nostro Ego, comprensione dell’altro significa anche empatia e amore verso il prossimo.

Per avere pazienza con gli altri dovremmo silenziare il nostro Ego, la pazienza spesso è collegata all’attesa e cioè ad aspettare che le persone maturino con i propri tempi e che nel farlo, commentano errori, l’Ego non tollera l’errore altrui perché lui non l’avrebbe commesso.

Per essere altruisti dovremmo silenziare il nostro Ego, mettere il bene altrui difronte al nostro è qualcosa di complesso ma se vogliamo che le persone intorno a noi crescano dovremmo avere “loro” come priorità e non “noi”, l’Ego difficilmente permette di essere messo da parte per gli altri.

Per fidarci degli altri dovremmo silenziare il nostro Ego, la fiducia è quell’elemento imprescindibile per permettere a qualsiasi soggetto di crescere, sentire la fiducia altrui su di noi permette di fare cose straordinarie, di lasciare gli ormeggi del passato per solcare i mari futuri. L’Ego non si permette la fiducia, diffida di tutto e di tutti, la sua visione del mondo è l’unica corretta.

Se possiamo aggiungere un altro dettaglio dei difetti dell’Ego nei ruoli direttivi è la sua incessante “fame”, vuole essere nutrito per riempire quel vuoto insaziabile che influisce nella sua esistenza. Chi detiene ruoli direttivi è “libero” di poter utilizzare il proprio potere per soddisfare le proprie necessità, ecco che allora sentirsi importante e riconosciuto è più facile, ed esercitare il poter di comandare sugli altri determina stili quasi militareschi, obsoleti in un nuovo millennio dove le nuove generazioni sono meno tolleranti alla coercizione.

L’Ego può diventare il più grande nemico di un Leader, nel riempire sé stesso di tutte queste percezioni d’importanza non fa altro che deteriorare sempre più la cultura dell’organizzazione, portandola nel tempo ad affievolirsi o ad implodere del tutto. La ricetta migliore per combattere l’Ego è la costruzione di una sana autostima e che ci sia una profonda comprensione del vero ruolo del Leader: colui che è lì per altri e non per sé stesso, un ruolo delicato che prevede spesso di lasciarsi da parte per darsi agli altri. Celebre è il libro di Simon Sinek “Ultimo viene il Leader”, in cui esalta il ruolo del Leader in modo quasi marginale rispetto all’organizzazione, dove lui non è altro che il primo sostenitore di ogni membro del team.

Il tema dell’Ego umano è amplio ed entra in gioco in molteplici ambiti delle vite delle persone, averne una sana comprensione può migliorare il nostro modo di relazionarci con gli altri e di conseguenza le nostre vite.

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L’ego, il nemico invisibile che vive in noi