Maturità aziendale

L’ultimo quadrimestre delle nostre vite aziendali è già cominciato e la scorsa settimana ho avuto modo di intervenire in una riunione citando un concetto profondo relativo alla “maturità aziendale”.

 
 

Questa parola evoca in noi il cosiddetto compimento del diciottesimo anno di età o ci ricorda il fatidico esame che concludeva il quinquennio di scuole superiori. Al di là di questi due classici mi sono sempre chiesto quale possa essere un segnale di maturità per un’azienda, quali prove dovrebbe superare? Quali traguardi dovrebbe aver raggiunto? Chiaramente una risposta che svetti sulle altre non c’è e credo sia un concetto soggettivo e individuale. Così mentre preparavo un discorso per un intervento ad una riunione mi sono soffermato su questo concetto.

Ho subito sdoganato pensieri vincolati al fatturato, non mi è mai piaciuto valutare le aziende per semplici ragionamenti legati ai profitti e ai fatturati, sono estremante convinto che i veri fattori da valutare siano anche umani e sociali. Le aziende hanno, che lo vogliano o meno, un importante ruolo sociale e sono la chiave di volta delle nostre vite. L’intreccio tra cultura e business rende ottimamente questo pensiero. Mentre riflettevo sulle parole da usare durante il mio intervento ho potuto seriamente soffermarmi su quale possa essere un segnale che contraddistingue maturità aziendale. Dopo aver conquistato i propri mercati nazionali le aziende sognano e ambiscano alle conquiste internazionali, quelle che confermano definitivamente un respiro più ampio di successo. Questo successo però non è solo legato ai prodotti e alle strategie ma anche alle persone e alle loro culture di riferimento. Approdare ai mercati esteri significa adattarsi a loro, significa saper riuscire a cementare nuove culture alla propria cultura aziendale, vi garantisco che non è semplice. Ci sono ostacoli linguistici, logistici, differenze di mercato, di cultura e di approccio. Credo fermamente che quando un’azienda riesce ad entrare stabilmente in un mercato estero creando una filiale, gestendo in autonomia una rete di persone straniere, avendo uffici e conti stranieri abbia seriamente superato una prova di grande maturità aziendale.

Non mi riferisco ai mercati esteri creati con i distributori, semplici rivenditori in terre straniere, ma a vere proprie filiali estere, estensioni internazionali di sogni partoriti da quelli che un tempo erano piccoli imprenditori. Ecco, per me, la maturità aziendale arriva quando un sottile filo invisibile collega più persone nel mondo sotto uno stesso stemma, che racchiude in sé valori, ideali e storie di vita che incontrandosi ci fanno apprezzare quanto bello sia lavorare insieme agli altri, maturando insieme agli altri.

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