Non alzare la voce, migliora i tuoi argomenti
Oggi propongo un tema abbastanza caldo nell’ambito della Leadership, potremmo parafrasare anche con “cattive maniere vs buone maniere” ma vorrei approfondire un poco il tema del come gestire i nostri collaboratori.
Veniamo da modelli del passato che incoronano il Leader come un soggetto dotato di carisma, personalità e determinazione, in tutto questo riusciva ad influire negli altri ma era un Leader spesso facile da seguire, i suoi metodi non venivano messi in discussione. Ecco quindi che i momenti in cui doveva mostrare muscoli erano pochi, o meglio lo faceva verso l’esterno e poco verso l’interno.
Il mondo in cui viviamo oggi ha radicalmente messo in discussione quei modelli, o meglio, sono stati tollerati dalle generazioni precedenti con un senso del dovere iniettato culturalmente da istituzioni e famiglie. Le nuove discendenze odierne sembrano meno propense a “tollerare” capi impetuosi che cercano nella relazione con i collaboratori la cieca obbedienza. È proprio in questo termine che si infrange il senso del delicato ruolo del Leader, non dobbiamo ricercare una mera obbedienza che uccide la creatività e soprattutto la motivazione. Tutti noi abbiamo le nostre prospettive, allineate o meno, con i dettami aziendali ed è compito del Leader quello di accogliere i collaboratori e di guidarli con pazienza e calma verso il futuro.
I tempi in cui era sufficiente dare delle indicazioni per essere seguiti sono ormai andati, il lavoro di un Leader si è fatto più complesso perché dovrà attuare con nuovi metodi per guadagnarsi la stima delle persone che guida. La calma, contrapposta alla rabbia, attira il consenso da parte delle persone che per ruolo gerarchico sono preposte a dover seguire le indicazioni di chi dirige. È un ruolo complesso quello del Leader odierno che dovrà costruire dentro di sé numerosi strumenti per cementare la propria calma, tutti possono arrabbiarsi ed è proprio in questo normale modo di reagire che troviamo la sua assoluta normalità, ma le persone non vogliono essere guidate da soggetti che perdono il controllo delle proprie emozioni. Nei propri Leader le persone cercano modelli da cui apprendere, a cui ispirarsi, modi di comportamento a cui ambire ed è solo nello stadio della calma che potremo raggiungere i cuori dei nostri collaboratori, nella profonda comprensione che anch’essi sono esseri umani, e quindi, fallibili.
Un vecchio detto dice: “Non alzare la voce ma migliora i tuoi argomenti”. Ci sono momenti in cui le persone non capiscono ciò che gli stiamo consigliano o non mettono in atto consigli pratici che migliorerebbero le loro performance, succede purtroppo. Tutti saremmo Leader se le persone seguissero pedissequamente quello che diciamo, lo potrebbe fare anche mio figlio di 10 anni. Il vero Leader è colui che di fronte alla levata di scudi trova il modo di farsi ascoltare e seguire. Non cercate l’obbedienza ma ambite alla comprensione, è solo lei che porta le persone a seguire i propri condottieri.
Dico spesso che alzare la voce e dare ordini sia “l’ultima spiaggia” dei Leader, ma probabilmente a questo punto avremo un esercito di zombie che ci segue semplicemente perché “deve”, quando le persone sono obbligate a seguirci non c’è nessuna leadership, solo il vuoto.
La calma è la vera arma del Leader, unita ad una grande capacità di persuadere, cioè di attrarre a sé gli altri.